Professione cuoco: qualche informazione in più
La passione per il Food & Wine dilaga…ma amare la cucina e fare il cuoco sono due cose ben diverse.
Basta poco per capire che il Food è diventato un’ossessione: il sogno dei più piccoli non è più quello di diventare astronauti ma, probabilmente, quello di fare gli chef.
Per intraprendere questa professione, però, lo abbiamo detto spesso, la passione non basta: ci sono corsi che durano poche settimane, destinati ad un target “vario”, e corsi professionalizzanti che consentono agli allievi di trasformare la propria passione per i fornelli in un vero e proprio lavoro. Cerchiamo di scoprire, insieme, qualcosa in più su questa figura professionale tanto ambita.
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C’è differenza tra essere uno chef ed essere un cuoco?
“Fare lo chef” e “fare il cuoco” potrebbero, in apparenza, sembrare la stessa cosa…ma non è proprio così.
Il cuoco è, tecnicamente, il braccio, ovvero quello che è dietro i fornelli e che prepara le portate, che sta ore ed ore in piedi ed esegue alla perfezione ciò che dice…lo chef.
Lo chef, a oggi quindi, si configura più come “la mente”, colui che decide le portate del menu, sceglie gli ingredienti e i metodi di preparazione ma che si affida al cuoco per la loro realizzazione.
A volte, chef e cuoco coincidono, soprattutto nel caso ci sono pochi coperti: è allora che lo chef si rimbocca le maniche e va dietro ai fornelli.
Se, invece, il ristorante è colmo e ci sono tante portate diverse da preparare con moltissimi tavoli da servire, c’è un chef che dà gli ordini e i cuochi che eseguono.
Se uno chef non è particolarmente brillante, potrebbe notarsi, ma non è detto. Se i cuochi sbagliano l’esecuzione, si nota eccome.
Da ciò ne deduciamo che chef e cuoco non sono sinonimi ma che anzi, sono due termini che vanno usati con molta attenzione in presenza delle rispettive figure professionali.
La regola fondamentale per entrambe le professioni è…
…non improvvisare.
In cucina non c’è solo bisogno di cucinare, ma anche di studiare il menù, decidere quali prodotti acquistare e soprattutto prendersi certe responsabilità: la formazione e la gavetta aiuteranno i futuri re della cucina ad attribuire il giusto peso a tutto questo.
Non esistono corsi di laurea specificatamente dedicati alla cucina e per svolgere questo mestiere non occorre essere dottori in scienze dell’alimentazione.
Il percorso formativo più diffuso, invece, è quello che parte dalla frequentazione di un istituto professionale alberghiero: i primi tre anni, abilitano al conseguimento di una qualifica come operatore di cucina, operatore di servizi di sala e bar o come operatore di ricevimento. Il biennio successivo permette di ottenere il diploma di Tecnico dei Servizi della Ristorazione.
Sono titoli che possono bastare a chi vuole muovere i primi passi nel mondo del lavoro ma per chi aspira a fare le cose in grande farà meglio ad andare oltre e frequentare un corso professionale specializzato.
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